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CAPITOLO II – RUMORE Nei libri di testo si trovano definizioni più o meno complesse, ma ai
fini di questo libro – e ad ogni fine pratico – possiamo dire che:
Con questo in mente, si possono raggruppare i problemi legati al rumore
in due categorie: Problemi "legali": rumori che hanno oltrepassato le soglie legalmente consentite. Ci sono
tipicamente due ambiti: ·
Occupazionale (luoghi di
lavoro): i limiti sono pensati prevalentemente per tutelare la salute e la
sicurezza delle persone. ·
Ambientale (luoghi non-lavorativi):
le soglie legali sono pensate per tutelare principalmente il comfort, ma
tengono conto anche della salute psicologica. E' importante determinare bene in quale caso ricade un determinato
problema, al fine di identificare gli obiettivi ai quali si deve arrivare. I problemi "legali" sono i più semplici da inquadrare, in quanto vi sono
precisi limiti da rispettare. Non voglio dire che siano facili da risolvere, molte
volte sono necessarie tecniche speciali e costose, ma gli obiettivi da
raggiungere sono chiaramente disposti nelle leggi. Sta nella bravura
dell'esperto trovare la soluzione meno costosa. Problemi "soggettivi": sono quelli che si generano
quando non si oltrepassano i limiti legali, pur essendoci un effettivo disturbo
acustico. Questi casi sono quelli più complicati da risolvere, perché i limiti
non sono scritti. Conviene spiegare il punto con due esempi: Esempio 1: un lavandino che goccia può diventare insopportabile, pur
avendo un livello di rumore quasi impercettibile. Qui la migliore soluzione è
– ovviamente – chiamare l'idraulico, non l'acustico! Esempio 2: un concerto rock a tutto volume è piacevole per chi lo ascolta,
ma per i vicini della discoteca dove si tiene il concerto, si tratta di rumore che
disturba. Cosa succede se il rumore della discoteca oltrepassa di poco il limite legale consentito? Basta che la discoteca
diminuisca un po' il volume e il rumore cessa di esistere, legalmente parlando! E' quasi scontato, però, che i vicini della
discoteca continueranno a provare fastidio. Sempre da un punto di vista legale, i vicini non hanno molto da dire, ma
il rumore rende nervosi, molto nervosi. e si crea un problema molto complesso con
ripercussioni grandi: ·
Molte attività con rumorosità
entro i limiti legali hanno dovuto trasferirsi, chiudere o ridurre le
operazioni per le continue pressioni dei vicini, per esempio con il Comune di
residenza, che finisce per dare loro ragione, cambiando zonizzazione. ·
Molte famiglie subiscono
livelli di rumore fastidiosi a causa di zonizzazioni imperfette. Qui mi preme fare un appello alla responsabilità da parte di tutti nel
considerare il dilemma che esiste tra disturbante e disturbato: un'impresa costretta
a chiudere brucia posti di lavoro e genera disagio sociale. ma una serie di
famiglie esposte a livelli di rumore fastidiosi non va neanche bene. Anche tra vicini privati, conviene adottare una posizione obiettiva nei
confronti dell'altra parte e cercare una soluzione condivisa. Penso
specialmente ai condomini: le persone fanno la doccia, usano il WC e passano
l'aspirapolvere. Troppe volte ho visto situazioni fuori dal normale nel quale
un vicino si lamenta dello sciacquone del piano di sopra e chiede regole per
limitare l'uso dei servizi durante la notte. Mi domando se queste persone
abbiano trovato il modo per non fare ciò che fanno il resto degli umani! Che il lettore sia un disturbato o un disturbante, è necessario mettersi
nei panni dell'altra parte e considerare bene fino dove perorare la propria
causa. |
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