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CAPITOLO II – RUMORE

 

Il nostro udito è un apparato molto raffinato, estremamente sensibile. Le variazioni di pressione dei suoni battono su una membrana alla fine del canale dell'orecchio (il timpano), che è una sorta di minuscolo tamburo e lo fanno vibrare. Il cervello trasforma questa vibrazione in un segnale che interpretiamo come "suono".

Description: Macintosh HD:Users:nicebeard:Desktop:220px-Ear-anatomy.png

Se il rumore è intenso, una serie di ossicini e muscoli fanno tendere il timpano, per farlo vibrare di meno e renderlo meno sensibile. Se il rumore è basso, gli ossicini distendono il timpano che diventa più sensibile.

 

Questa capacità dell'udito di adattarsi all'intensità del rumore permette alle persone di udire suoni in un campo molto vasto: da 5 miliardesimi fino a 5 millesimi della pressione atmosferica (pari a 0 - 120 dBA). Questo viene tecnicamente chiamato il "campo dinamico" dell'udito ed è enorme! Per fare un paragone: se la lunghezza di 1 cm rappresentasse il suono più debole che riusciamo a percepire, quello più intenso sarebbe lungo 10.000 km!!!

 

L'udito ha un campo altrettanto esteso con la frequenza: riusciamo a percepire suoni che vanno da 20 fino a 20.000 [Hz]. Se rappresentassimo questo sulla tastiera di un piano, la tastiera sarebbe una volta e mezza quella tradizionale.

 

Una sensibilità così estesa ci permette di svolgere la nostra vita in ambienti molto diversi e in continuo cambiamento, determina però una perdita di capacità nel valutare quanto intenso è un rumore. in pratica il nostro udito e il nostro cervello ci "mentono" per evitare situazioni non confortevoli o pericolose.

 

Per complicare ulteriormente la situazione, la sensibilità dell'udito è tale che:

·      Quando c'è poco rumore percepiamo molto meglio i suoni acuti – intorno ai 2000 [Hz] – rispetto ai suoni gravi.

·      ma la sensibilità ai suoni gravi aumenta parecchio quando c'è molto rumore.

 

Quando si misura il rumore ai fini del disturbo o della sicurezza e salute, lo si fa usando la "Scala A", la quale simula il comportamento dell'udito. Questa scala penalizza le basse frequenze ed è adatta soprattutto per situazioni con poco rumore.

 

Quando una misura di rumore è stata fatta usando la Scala A lo si indica dopo il livello rilevato in deciBel [8], per esempio 76 dBA o dB(A).

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